sabato 9 gennaio 2021

Cinque articoli per il Giornale di Sicilia

 

In occasione dell’open day che si svolgerà tra breve, abbiamo deciso di divulgare  cinque articoli destinati lo scorso anno alla pubblicazione nel Giornale di Sicilia, all’interno dell’inserto GDS Scuola. Purtroppo, a causa dell’emergenza sanitaria nazionale, alcune attività della testata regionale sono state sospese e le pagine riservate agli alunni degli istituti di Palermo, al momento, sono state chiuse.

 Gli  articoli, insieme agli altri già pubblicati nel blog nei mesi scorsi e nel precedente anno scolastico, possono dare un’idea delle numerose attività che si svolgono all’interno della nostra Scuola, dell’entusiasmo e dell’impegno dei ragazzi e del lavoro attento e accurato dei docenti.

                                                                                             La redazione

"Cesareo Press", perchè no?

 


Cari lettori,

è per noi un onore scrivere per una testata regionale, dal momento che all’interno della nostra scuola facciamo parte  di una redazione che cura sia il blog “Clikkiamo la scuola”, che il giornale d’Istituto “Punto e a capo!”, diffuso on line dalla piattaforma di Alboscuole, l’Associazione  Nazionale Giornalismo Scolastico.

Durante gli incontri, diamo spazio alla lettura del quotidiano, allo studio dei testi giornalistici e alla realizzazione di cartelloni/lap-books inerenti a quanto abbiamo appreso. L’attività principale riguarda, però, la revisione degli articoli che ci giungono dai ragazzi della scuola e la stesura dei nuovi pezzi. Abbiamo proposto molte rubriche, in modo che gli articoli al loro interno rispecchino le tipologie testuali con le quali ci cimentiamo nel triennio. Così, la rubrica “Era una notte buia e tempestosa…” è dedicata a chi ama narrare le storie, vuole mettersi alla prova con carta e penna e non teme la “crisi del foglio bianco”. “L’angolo delle recensioni” è riservato invece ai testi interpretativo-valutativi. Questi spazi, nelle nostre intenzioni, vorrebbero costituire una sorta di “Cesareo Press”, secondo un modello che, preso in prestito dall’ambito accademico, potrebbe essere esteso anche al mondo scolastico. C’è anche la rubrica “Lettere in redazione”, che stabilisce un filo diretto fra chi scrive e chi legge per concentrare l’attenzione del lettore su fatti di cronaca o su episodi reali della nostra vita. “Tutti pazzi per la cucina!” consente invece di accostarsi ai testi regolativi e di condividere, come insegna Proust quando parla delle Madeleine, le ricette più amate sia per la bontà del piatto che per l’esperienza emotiva alla quale rinviano. E, ancora, abbiamo “Oikos”, una rubrica per trattare i grandi temi sull’ambiente, ma anche i problemi presenti nel quartiere e nella città. Infine, c’è “La scuola siamo noi”, uno spazio sulle attività didattiche che ci riguardano. In effetti, lo spirito con il quale lavoriamo al nostro giornale e al nostro blog è proprio questo, credere nel fatto che “la scuola siamo noi”, raccontare la nostra storia (per dirla con De Gregori) e percorrere insieme un tratto della strada.

                                                        Gli alunni della redazione giornalistica

 

 

 

Il coding: un gioco da ragazzi

 

 

In questo anno scolastico, nella nostra “Cesareo”, abbiamo fatto un’esperienza molto interessante: un progetto per l’inclusione proposto dai nostri insegnanti di sostegno.

Il progetto si focalizza sull’attività di Coding, ovvero la capacità di programmare linee di codice; si tratta di qualcosa di più del fare matematica o informatica -"si tratta di logica e di sviluppo del pensiero computazionale, quale strumento trasversale di ragionamento critico e flessibile, che ci aiuta nell’interazione consapevole non solo con la tecnologia ma con la vita di tutti i giorni ”- come dice la nostra Prof.ssa di sostegno.

Ogni settimana, per due ore, in giorni diversi, i nostri professori di sostegno ci accompagnano in aula informatica: un incontro atteso con ansia da tutto il gruppo di otto compagni appartenenti a classi diverse. E’ un momento di svago, di gioco, di libertà, di gioia e non perché ci allontaniamo dalla lezione della classe!

E’ uno “spazio” diverso di apprendimento, uno spazio aperto a tutti noi, anche a chi sembra meno bravo, a chi mostra difficoltà, perché ti incoraggia a riflettere sui tuoi errori e ad arrivare alla soluzione. Quando i nostri proff. ci hanno detto che avremmo partecipato ad un corso di coding in aula informatica, ci siamo preoccupati e abbiamo pensato subito che non saremmo riusciti a combinare granché, alcuni di noi non avevano mai visto una tastiera prima di allora! Immaginavamo di imparare ad usare il computer e invece abbiamo scoperto come “ pensa”!

Alcune parole mai sentite prima come codice, algoritmo e operatori sono diventate familiari e ci hanno fatto capire come gli oggetti tecnologici che usiamo tutti i giorni obbediscono a delle precise istruzioni, dal telefono al microonde.

Il corso è iniziato quasi come un gioco! Ci siamo trovati a collaborare, e a volte a sfidarci, per individuare la strategia vincente da adottare per risolvere alcuni livelli difficili. Quando scrivevamo il codice giusto per completare il livello con il minor numero di righe, potevamo accedere a livelli sempre più complessi, e ragionando, passo dopo passo, riuscivamo a trovare il modo più efficace per arrivare alla soluzione. Pensate che il primo giorno di corso non abbiamo nemmeno acceso il computer, cosa che ci è sembrata abbastanza strana, ma abbiamo scritto il nostro primo “codice” utilizzando carta e penna e le frecce come operatori per risolvere il nostro primo percorso. Durante le attività unplugged abbiamo elaborato dei diagrammi di flusso su operazioni che compiamo ogni giorno come lavarsi i denti, e ci siamo accorti che un’azione quotidiana per essere compresa da un computer va “tradotta” in una sequenza precisa di operazioni elementari. Alle attività con carta e penna si sono alternate le lezioni sulla piattaforma on-line (code.org): abbiamo iniziato con il semplice “Puzzle”, per imparare a trascinare e rilasciare i blocchi di codice; poi con le esercitazioni “Labirinto” abbiamo appreso il concetto di sequenza e infine, con il laboratorio “Crea una storia”, abbiamo ideato una semplice storia animata, nella quale abbiamo applicato tutti i concetti e abilità appresi durante il corso. Il progetto di Coding per l’inclusione non è stata solo l’occasione per utilizzare il computer, ma anche per apprendere un nuovo linguaggio universale, che abbraccia tutti i campi, in quanto fa parte della logica del pensiero.

Giovanni Santamarina 1^O, Aurora Cammarata 1^O , Ginevra Costa 1^O, Beatrice Arena 1^I , Rebecca Caruso 1^I

(a.s. 2019-20)

 

Laboratorio di greco: lingua morta a chi? Alla scoperta delle nostre radici.

 

 

 

Tra i molteplici progetti extracurricolari che ci ha offerto la nostra scuola, abbiamo deciso di frequentare un corso che è stato attivato per la prima volta a partire da quest’anno scolastico: Avviamento allo studio del Greco e della Civiltà greca.

Come si evince dalla denominazione, il laboratorio si articola in due fasi che riguardano il mondo greco antico, lo studio dei fondamenti della lingua e di aspetti della cultura,in modo da rendere possibile la partecipazione delle classi seconde che non hanno ancora studiato tutte le strutture grammaticali in italiano e di alunni delle terze che non necessariamente proseguiranno i loro studi dedicandosi al mondo classico.

Gli incontri avvengono una volta alla settimana, il lunedì, per un totale di due ore, ciascuna delle quali dedicate alle due attività sopra esposte.

Dopo aver affrontato il concetto di mondo classico, non come qualcosa di superato e inutile, ma presente nella nostra cultura e sempre attuale, ci siamo dedicati agli aspetti più significativi della cultura greca: dal tempio al teatro, dall’acropoli di Atene all’architettura greca presente in Magna Grecia, dallestatue alla ceramica.

Per quanto riguarda la lingua, ci siamo concentrati sulle regole della fonetica greca con la prospettiva di affrontare il sistema dei casi. Dall’alfa all’omega abbiamo imparato a leggere le parole in greco, rispettando le norme sugli accenti e gli spiriti, una bizzarra novità.

E poi… Le etimologie: ricostruirne di tante parole italiane ci ha fatto capire il vero significato di molti vocaboli e ci ha indotto a riflettere sul fatto che il greco non è così lontano dalla nostra lingua, come apparentemente sembra, anzi ci aiuta ad interpretarla.

Infine, ma non ultima per i risvolti nel nostro percorso di crescita, la lettura dell’Antigone di Sofocle, in una versione semplificata per ragazzi, che si è conclusa con un’esperienza condivisa con i compagni più grandi del Liceo Vittorio Emanuele II. Questa tragedia ci ha permesso di scoprire la profonda sensibilità greca e ci ha introdotto al mondo del teatro classico, patrimonio inestimabile della nostra cultura.

Gli alunni del Laboratorio di Greco